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Report del mio primo concorso: come sprecare un'occasione
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Report del mio primo concorso: come sprecare un'occasione
Scrivo questo post per tutti coloro che sono curiosi di sapere come funziona un concorso pubblico, magari nella speranza che la mia esperienza sia utile a qualcuno per non ripetere i miei errori. Scrivo di getto e velocemente, quindi mi scuso fin da ora per gli errori che sicuramente farò.
Devo ancora sostenere l’Esame di Stato e di conseguenza sono ancora senza abilitazione. A settembre, visitando il sito dell’Ordine piemontese sono venuto a conoscenza dell’esistenza di un concorso per 20 posti per assistenti sociali nel Comune di Torino e, preso dalla curiosità, ho dato un occhiata al bando. Dentro il testo ho scoperto che il requisito per l’ammissione alla prova scritta era unicamente la laurea in servizio sociale, in quanto l’abilitazione veniva richiesta solamente alla stipula del contratto e mi sono detto: “perché no?”. Non avendo mai partecipato ad un concorso pubblico e in vista della futura professione sarebbe stato sicuramente “formativo” andare a sperimentare come funzionano questo tipo di prove. Nella peggiore delle ipotesi avrei fatto una esperienza nuova e nella migliore sarei finito in graduatoria e sarei stato chiamato dal comune più avanti, nella speranza di aver conseguito l’abilitazione nel frattempo.
La prova era scritta ed è consistita in 40 domande a risposta chiusa. Gli argomenti erano incentrati su: “legislazione socio-assistenziale e sanitaria; principi, fondamenti, metodi e tecniche del servizio sociale; organizzazione dei servizi sociali; elementi di diritto civile, penale, costituzionale ed amministrativo; nozioni di diritto civile con particolare riferimento al diritto di famiglia; psicologia generale e sociale, elementi di sociologia e pedagogia”.
Fondamentalmente di tutta questa roba avevo lacune in tema di diritto civile e penale (non le ho fatte durante il corso di laure), ma per tutto il resto ero sufficientemente competente, anche considerando che sto ristudiando tutto la preparazione delle prove dell’esame di stato.
Così, dopo essermi iscritto con raccomandata AR, martedì mi reco al palazzetto dello sport di parco ruffini con largo anticipo, in maniera tale da poter sondare il clima.
Fin da subito il tutto mi appare abbastanza informale: persone tendenzialmente sotto i trenta anni che scherzano e ridono. Entro nello stadio, svolgo le procedure di autenticazione e mi siedo, un po’ spaesato, al mio posto. Mi viene dato in dotazione il foglio per le risposte (il classico modulo rosso con i cerchi da annerire tipico con correzione automatica), una tavoletta rigida su cui appoggiarmi durante la scrittura e un foglio con il regolamento. Dopo circa una mezz’ora di attesa la prova entra nel vivo e il (immagino) presidente di commissione spiega al microfono le (immagino) solite regole di rito ripetendo ciò che già era scritto sul foglio che era stato distribuito a tutti. Tre volontari estraggono una delle tre buste contenenti le due batterie di domande e le stesse iniziano ad essere distribuite a tutti i partecipanti. Le due serie di domande si differenziano per il colore dei fogli (bianco e giallo) e contengono tutte e due gli stessi quesiti ma in ordine diverso per evitare che le persone possano copiare dal vicino. Il plichi vengono ditribuiti alternativamente (uno bianco, uno giallo, uno bianco ecc.) nelle file e vengono dati sigillato in quanto è vietato aprirli prima del "via" ufficiale. Ricevo il mio foglio; è della serie gialla.
Nell'attesa mi accorgo che il palazzetto ha una luce diffusa sufficientemente forte da svelare il testo in trasparenza e identifico così la prima domanda del test che recita: “Una UVG deve essere autorizzata da”. Avendo fatto il tirocinio in area anziani, so quasi tutto di UVG perchè è stato "pane quotidiano" per mesi e quindi mi rassicuro almeno per quanto riguarda il primo quesito.
Il clima ora è elettrico, dalle 300 persone sedute sugli spalti non proviene nessun rumore e si respira un silenzio irreale. La prova inizia e di botto il silenzio viene riempito da un confusionario rumore di 300 plichi che contemporaneamente vengono aperti. Io mi sono preso un po’ di tempo per osservare la scena e apro solo in ritardo i miei fogli gialli.
All’avvio l’amara sorpresa: non era “UVG” ma “IVG”! La domanda è: "Chi può autorizzare una IVG su un minore?"
“poco male” penso, “sarà sempre una commissione valutativa multidimensionale”. “Allora UVG, UVM, UVH…. Hem… IVG?! I… Integrazione? Cos’è I? cavolo non l’ho mai sentita questa sigla! Vediamo le risposte Entrambi i genitori, il giudice tutelare, entrambi i genitori e il giudice tutelare… riguarda i minori quindi… allora… calma… la terza è praticamente impossibile… non avrebbe senso… i genitori… il giudice… non so cosa sia una IVG ma a senso l’entità più forte è il giudice quindi direi B”. Annerisco la casella e mi concentro sulla seconda domanda, inerente “il modulo”, di cui ad una prima lettura non comprendo per nulla. Rileggendola per due o tre volte riesco solo in parte a capirne il senso e quindi la lascio da parte per la fine.
Velocemente scorro tutte le domande e mi accorgo che solo una minima parte è sulle discipline professionali, mentre la maggior parte riguarda diritto civile, penale e l’ambito dei minorile. Vi sono anche domande inerenti alla legislatura, ma non in tutte sono sicuro al 100%. Oltre a ciò le domande sono poste in maniera strana; la sensazione è quella che siano “a trabocchetto” quindi, anche laddove fossi sicurissimo della risposta, devo concentrarmi per bene perché una minima svista può causare un errore. Le domande sono 40 e il tempo a disposizione è 40 minuti quindi bisogna essere abbastanza veloci nel dare le risposte.
Macino tutte le domande e finisco 5 minuti prima della consegna. Nell’attesa mi accorgo che, siccome siamo sugli spalti, mi viene incredibilmente facile visionare il foglio di coloro che sono nelle file sotto la mia e quindi inizio ad osservare le risposte dei candidati con la mia stessa batteria di domande. L’aver un buon numero di persone di cui riesco a vedere il foglio, mi consente di effettuare una piccola breve statistica su determinate risposte.
Mi concentro quindi sulle risposte che palesemente divergono dalle mie e, così facendo, mi accorgo di un certo numero di miei errori, alcuni veramente imperdonabili! Realizzo di punto in bianco che la prova mi è andata malissimo! Oltre allo domande su cui non ero certo, sono riuscito a sbagliarne anche altre, dove in teoria sarei dovuto essere preparatissimo!
Ne ho sbagliata una sulla legge delle privacy e un’altra sul segreto d’ufficio; argomenti che avevo visto per la tesi e che sapevo benissimo.
In particolare quella sulla privacy recitava: "la legge sulla privacy distingue chiaramente tra dati personali e dati sensibili e:"
A - li tratta allo stesso modo
B - prevede forme diverse di trattamento
C - non esiste questa differenziazione
Io, durante la prova, preso dalla paura del “trabocchetto” e sviato dalla risposta C, ho inteso la domanda come “letterale” chiedendomi: “la legge divide tra dati personali e dati sensibili? no… non divide così… dice che tra i dati personali una certa tipologia sono sensibili ma non divide tra dati personali e dati sensibili quindi metto la risposta C e non mi faccio fregare!”.
LA fretta e il timore delle domande infingarde, hanno fatto sì che sbagliassi anche delle risposte che sapevo!
La prova è finita e i fogli vengono ritirati dai commissari. Viene dichiarata conclusa la prova e tutti si spostano lentamente verso l’uscita. Esco dal palazzetto e incontro un po’ di conoscenti. Scopro che "IVG" significa “interruzione volontaria di gravidanza” e mi mangio le mani. Prendo un caffè in compagnia confrontando un pò le sensazioni e i dubbi sulle domande e, dopo aver salutato tutti, mi dirigo verso la mia macchina.
Mentre percorro la strada nel parco mi accorgo che, nonostante fossi andato lì esclusivamente per vedere come funzionava la cosa, sono molto amareggiato e ho la chiara sensazione di aver sprecato un’occasione. La cosa non mi piace per nulla. In realtà l’aver sbagliato così tante domande mi infastidisce, perché con un minimo di testa in più avrei potuto benissimo rispondere correttamente e magari chissà… finire veramente in graduatoria.
Peccato. Sarà per la prossima volta. Ora sarà meglio che torni a casa a continuare la preparazione dell’Esame di Stato.
Ma la prossima volta non mi faccio fregare! Nè da me stesso, nè dalle domande... vedrete...
Devo ancora sostenere l’Esame di Stato e di conseguenza sono ancora senza abilitazione. A settembre, visitando il sito dell’Ordine piemontese sono venuto a conoscenza dell’esistenza di un concorso per 20 posti per assistenti sociali nel Comune di Torino e, preso dalla curiosità, ho dato un occhiata al bando. Dentro il testo ho scoperto che il requisito per l’ammissione alla prova scritta era unicamente la laurea in servizio sociale, in quanto l’abilitazione veniva richiesta solamente alla stipula del contratto e mi sono detto: “perché no?”. Non avendo mai partecipato ad un concorso pubblico e in vista della futura professione sarebbe stato sicuramente “formativo” andare a sperimentare come funzionano questo tipo di prove. Nella peggiore delle ipotesi avrei fatto una esperienza nuova e nella migliore sarei finito in graduatoria e sarei stato chiamato dal comune più avanti, nella speranza di aver conseguito l’abilitazione nel frattempo.
La prova era scritta ed è consistita in 40 domande a risposta chiusa. Gli argomenti erano incentrati su: “legislazione socio-assistenziale e sanitaria; principi, fondamenti, metodi e tecniche del servizio sociale; organizzazione dei servizi sociali; elementi di diritto civile, penale, costituzionale ed amministrativo; nozioni di diritto civile con particolare riferimento al diritto di famiglia; psicologia generale e sociale, elementi di sociologia e pedagogia”.
Fondamentalmente di tutta questa roba avevo lacune in tema di diritto civile e penale (non le ho fatte durante il corso di laure), ma per tutto il resto ero sufficientemente competente, anche considerando che sto ristudiando tutto la preparazione delle prove dell’esame di stato.
Così, dopo essermi iscritto con raccomandata AR, martedì mi reco al palazzetto dello sport di parco ruffini con largo anticipo, in maniera tale da poter sondare il clima.
Fin da subito il tutto mi appare abbastanza informale: persone tendenzialmente sotto i trenta anni che scherzano e ridono. Entro nello stadio, svolgo le procedure di autenticazione e mi siedo, un po’ spaesato, al mio posto. Mi viene dato in dotazione il foglio per le risposte (il classico modulo rosso con i cerchi da annerire tipico con correzione automatica), una tavoletta rigida su cui appoggiarmi durante la scrittura e un foglio con il regolamento. Dopo circa una mezz’ora di attesa la prova entra nel vivo e il (immagino) presidente di commissione spiega al microfono le (immagino) solite regole di rito ripetendo ciò che già era scritto sul foglio che era stato distribuito a tutti. Tre volontari estraggono una delle tre buste contenenti le due batterie di domande e le stesse iniziano ad essere distribuite a tutti i partecipanti. Le due serie di domande si differenziano per il colore dei fogli (bianco e giallo) e contengono tutte e due gli stessi quesiti ma in ordine diverso per evitare che le persone possano copiare dal vicino. Il plichi vengono ditribuiti alternativamente (uno bianco, uno giallo, uno bianco ecc.) nelle file e vengono dati sigillato in quanto è vietato aprirli prima del "via" ufficiale. Ricevo il mio foglio; è della serie gialla.
Nell'attesa mi accorgo che il palazzetto ha una luce diffusa sufficientemente forte da svelare il testo in trasparenza e identifico così la prima domanda del test che recita: “Una UVG deve essere autorizzata da”. Avendo fatto il tirocinio in area anziani, so quasi tutto di UVG perchè è stato "pane quotidiano" per mesi e quindi mi rassicuro almeno per quanto riguarda il primo quesito.
Il clima ora è elettrico, dalle 300 persone sedute sugli spalti non proviene nessun rumore e si respira un silenzio irreale. La prova inizia e di botto il silenzio viene riempito da un confusionario rumore di 300 plichi che contemporaneamente vengono aperti. Io mi sono preso un po’ di tempo per osservare la scena e apro solo in ritardo i miei fogli gialli.
All’avvio l’amara sorpresa: non era “UVG” ma “IVG”! La domanda è: "Chi può autorizzare una IVG su un minore?"
“poco male” penso, “sarà sempre una commissione valutativa multidimensionale”. “Allora UVG, UVM, UVH…. Hem… IVG?! I… Integrazione? Cos’è I? cavolo non l’ho mai sentita questa sigla! Vediamo le risposte Entrambi i genitori, il giudice tutelare, entrambi i genitori e il giudice tutelare… riguarda i minori quindi… allora… calma… la terza è praticamente impossibile… non avrebbe senso… i genitori… il giudice… non so cosa sia una IVG ma a senso l’entità più forte è il giudice quindi direi B”. Annerisco la casella e mi concentro sulla seconda domanda, inerente “il modulo”, di cui ad una prima lettura non comprendo per nulla. Rileggendola per due o tre volte riesco solo in parte a capirne il senso e quindi la lascio da parte per la fine.
Velocemente scorro tutte le domande e mi accorgo che solo una minima parte è sulle discipline professionali, mentre la maggior parte riguarda diritto civile, penale e l’ambito dei minorile. Vi sono anche domande inerenti alla legislatura, ma non in tutte sono sicuro al 100%. Oltre a ciò le domande sono poste in maniera strana; la sensazione è quella che siano “a trabocchetto” quindi, anche laddove fossi sicurissimo della risposta, devo concentrarmi per bene perché una minima svista può causare un errore. Le domande sono 40 e il tempo a disposizione è 40 minuti quindi bisogna essere abbastanza veloci nel dare le risposte.
Macino tutte le domande e finisco 5 minuti prima della consegna. Nell’attesa mi accorgo che, siccome siamo sugli spalti, mi viene incredibilmente facile visionare il foglio di coloro che sono nelle file sotto la mia e quindi inizio ad osservare le risposte dei candidati con la mia stessa batteria di domande. L’aver un buon numero di persone di cui riesco a vedere il foglio, mi consente di effettuare una piccola breve statistica su determinate risposte.
Mi concentro quindi sulle risposte che palesemente divergono dalle mie e, così facendo, mi accorgo di un certo numero di miei errori, alcuni veramente imperdonabili! Realizzo di punto in bianco che la prova mi è andata malissimo! Oltre allo domande su cui non ero certo, sono riuscito a sbagliarne anche altre, dove in teoria sarei dovuto essere preparatissimo!
Ne ho sbagliata una sulla legge delle privacy e un’altra sul segreto d’ufficio; argomenti che avevo visto per la tesi e che sapevo benissimo.
In particolare quella sulla privacy recitava: "la legge sulla privacy distingue chiaramente tra dati personali e dati sensibili e:"
A - li tratta allo stesso modo
B - prevede forme diverse di trattamento
C - non esiste questa differenziazione
Io, durante la prova, preso dalla paura del “trabocchetto” e sviato dalla risposta C, ho inteso la domanda come “letterale” chiedendomi: “la legge divide tra dati personali e dati sensibili? no… non divide così… dice che tra i dati personali una certa tipologia sono sensibili ma non divide tra dati personali e dati sensibili quindi metto la risposta C e non mi faccio fregare!”.
LA fretta e il timore delle domande infingarde, hanno fatto sì che sbagliassi anche delle risposte che sapevo!
La prova è finita e i fogli vengono ritirati dai commissari. Viene dichiarata conclusa la prova e tutti si spostano lentamente verso l’uscita. Esco dal palazzetto e incontro un po’ di conoscenti. Scopro che "IVG" significa “interruzione volontaria di gravidanza” e mi mangio le mani. Prendo un caffè in compagnia confrontando un pò le sensazioni e i dubbi sulle domande e, dopo aver salutato tutti, mi dirigo verso la mia macchina.
Mentre percorro la strada nel parco mi accorgo che, nonostante fossi andato lì esclusivamente per vedere come funzionava la cosa, sono molto amareggiato e ho la chiara sensazione di aver sprecato un’occasione. La cosa non mi piace per nulla. In realtà l’aver sbagliato così tante domande mi infastidisce, perché con un minimo di testa in più avrei potuto benissimo rispondere correttamente e magari chissà… finire veramente in graduatoria.
Peccato. Sarà per la prossima volta. Ora sarà meglio che torni a casa a continuare la preparazione dell’Esame di Stato.
Ma la prossima volta non mi faccio fregare! Nè da me stesso, nè dalle domande... vedrete...
gli errori si fanno per imparare...
[b]Ma ti ho risposto su messenger!
=Tati85=- Numero di messaggi : 12
Età : 38
Città : Torino
Occupazione/Ozio : STUDENTESSA!!!
Data d'iscrizione : 06.11.07
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